PICCOLA CAGNA

03.02.2018 13:40

Rientro a casa

Sei appena tornato a casa e chiudi la porta di ingresso a chiave, ti giri e vedi la tua cagnetta in intimo che ti aspetta buona buona in posizione con lo sguardo basso. Ti avvicini e mi accarezzi come sai che mi piace tanto, sulla testa, sulla nuca e dietro le orecchie, solo dopo alcuni miei guaiti mi dai il permesso di alzarmi e guardarti, ti osservo e ti vedo stanco dalla lunga giornata passata per lo più in macchina.

Mi faccio audace, mi avvicino, ti accarezzo il viso e ti bacio, un bacio dal tocco leggero, un po' umido, ti prendo per mano e ti porto in camera, non mi fermi, non mi parli, quindi continuo con questa tua tacita approvazione, lentamente ti spoglio, ti tolgo il giubbotto, il maglioncino, i pantaloni che faccio scivolare piano piano verso il basso,  scarpe, calzini.

Infine ti tolgo anche gli slip, mi fermo davanti a te, nudo, per alcuni secondi, poi mi tolgo i due pezzi dell' intimo. Vedo nei tuoi occhi il desiderio e anche il tuo amichetto dà segno di piacere, stai per toccarmi, ma ti fermo, oggi conduce il gioco la tua cagnetta.

Ti volto e spingendoti dolcemente ti porto davanti al letto, mi avvicino al tuo orecchio, lecco il lobo, lo mordicchio, mi fermo e ti sussurro di stenderti, tu lo fai senza fiatare, il mio Padrone è curioso di vedere cosa vuol fare la sua cagnetta.

Ti lascio lì disteso il tempo necessario per prendere una cosina, torno da te mi avvicino al tuo viso, guardo i tuoi occhi con uno sguardo furbo, vorresti parlare, ma non te lo lascio fare perche ti copro la bocca con le mie calde e morbide labbra, ci baciamo lentamente, chiudi gli occhi per un attimo ed io approfitto per bendarti, sei sorpreso ma stai al gioco, cosa farà ora la tua cagnetta?

 Mi allontano dal tuo volto, salgo sul letto e mi metto a cavalcioni su di te, mi siedo sulle tue natiche, ci struscio un po' la fighetta e mi abbasso su di te posando le mani alla base del tuo collo, ho le mani calde, ma sussulti comunque per la sorpresa, comincio a massaggiarti il collo, le vertebre cervicali , le spalle, le scapole e tutta la spina dorsale dove faccio scorrere il mio pollice su e giù.

Risalgo e continuo il massaggio, sento finalmente i muscoli allentarsi, la tensione della giornata sciogliersi e trasformarsi in benefico calore. Comincio a usare la lingua invece delle mani, è così calda, bagnata, tanto quanto lo è la mia fighetta che stà rendendo le tue natiche scivolose.

Ricomincio dal collo, stesso percorso delle mani, ma dalla spina dorsale scendo giù giù fino al coccige. Nel frattempo mi sono spostata scivolando sulle tue gambe e vedo le natiche lucide del mio succo, sono così invitanti che comincio a leccare con gusto, devo ripulire il mio Padrone e lo faccio scrupolosamente.

Mentre lecco infilo una mano fra le tue gambe costringendoti ad alzare un po' il bacino, prendo in mano il mio osso e mentre la lingua continua il suo lavoro la mano massaggia l' asta dura.

Ora sei pulito dietro e toccandoti ti faccio capire che devi girarti, lo fai ed io salgo su di te e torno a baciarti, stavolta con foga e mentre lo facciamo mi struscio bene bene sulla tua asta. La punta sfiora la mia entrata, ma ancora non può averne l' accesso, mi muovo sinuosa come un serpente e nel frattempo mi occupo dei tuoi capezzoli, li succhio e li lecco, li mordicchio strappandoti un gemito.

Non resisto oltre e nemmeno tu, lo capisco, così con una scivolata faccio entrare il tuo osso in me, un momento di estasi che sembra fermare il tempo, ma tu mi sorprendi ora con le tue spinte forti che mi provocano intense scariche di piacere.

Ti tolgo la benda, ti guardo con lussuria e in un attimo ci troviamo io sotto e tu sopra, mi scopi a fondo con forza come sai che io adoro, continuiamo così finché l' orgasmo non ci coglie entrambi.

Ci fermiamo dopo esserci donati ogni respiro, ogni forza, ogni battito, senza risparmiarci nulla, fondendoci in pura energia al calor bianco. Lentamente riprendiamo coscienza e respiro, e dolcemente ti sussurro... Bentornato Padrone!

Cagnetta monella

Oggi è stata una lunga mattinata e non vedo l' ora che torni il mio Padrone per pranzo, anche se so già che non andrà a finire proprio bene, ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare senza il suo permesso, sì lo confesso mi sono data piacere, anche se l' ho fatto pensando al lui, al mio Padrone.

Non posso nasconderglielo, lo capirebbe comunque subito, il suo sguardo è attento e mi leggerebbe dentro come fossi un libro aperto!

Eccolo, è arrivato, l' aspetto in posizione in cucina ad occhi bassi come sempre, dio il suo sguardo mi incendia, sento uno strano formicolio alla schiena, mi sta studiando, stranamente non mi dice niente e non mi da il permesso di alzarmi, perché?

Si siede a tavola e comincia a mangiare il risotto ai funghi che gli ho preparato, accende la TV. Perché non mi degni neanche di uno sguardo Padrone? Hai già capito? Non oso dir niente ma vorrei tanto cambiar posizione e correre ai suoi piedi chiedendo perdono, poi lo sento chiamarmi, alzo la testa, lo vedo guardarmi con occhi scuri di rabbia, si alza e si dirige in camera con passo lesto e leggero, a me invece i suoi passi sembrano pesanti come macigni.

Sento i suoi passi farsi lontani, poi fermarsi, quindi muoversi ancora, con terrore immagino la sua ispezione al letto, alle lenzuola, agli oggetti sul comodino, forse alla ricerca di segni, indizi, prove del mio comportamento colpevole.

Torna indietro poco dopo, si avvicina a me, si china alla mia altezza e mi chiede con tono fermo:

"Che cosa hai combinato? Confessa piccola cagna!"

Non riesco a mentire, sento ogni fibra del mio essere tremare e divampo dalla vergogna, non posso far altro che confessare.

Il mio Padrone mi fa alzare e girare, le mani dietro la schiena, ora sento i polsi stretti in qualcosa di metallico, manette! Mi trascina in camera, si siede sul letto e mi tira sulle sue ginocchia, fa scendere i miei slip fino alle caviglie e mi rendo conto solo ora che sotto sono bagnata.

Anche lui se ne accorge passando la sua mano sulla mia fighetta, la passa e ripassa più volte senza alcuna delicatezza, ungendosi dei miei umori e portandola poi sotto i miei occhi, dio come è bagnata, lucida e gocciolante dei miei succhi.

Mi ordina di leccarla, di ripulirla per bene, ed io lo faccio perché sono una cagna e le cagne leccano, come spesso mi dice lui. Finisco il mio lavoro più vogliosa che mai, ma non faccio in tempo a farglielo capire, uno schiaffo violento mi colpisce facendomi tremare e sento un dolore bruciante sul sedere, immediatamente mi scende una lacrima.

Il mio Padrone mi guarda, ma non si ferma e continua a sculacciarmi. Non le conto, sono state tante e ho il sedere a fuoco, mi fa scendere dalle sue gambe e mi lascia lì per terra, sconvolta e piangente. Non mi toglie nemmeno le manette, mi guarda e mi dice che dovrò stare così per tutta il tempo del suo pranzo. Inoltre dovrò scordarmi le sue attenzioni, quindi non potrò avere un orgasmo per un'intera settimana.

Sono addolorata e avvilita, ma mentre si gira per andare via intravedo una specie di mezzo sorriso sulle sue labbra, il mio cuore ricomincia a battere, so che il mio Padrone mi ha perdonata, e in questa settimana saprò come riconquistarlo.

In fondo sono la sua cagnetta, fedele e tanto perversa!

Perdonami

Il mio padrone mi tiene il broncio, non mi parla, non mi guarda, non vuole la mia compagnia. Non mi avvicino senza il suo permesso, si arrabbierebbe e chissà poi cosa potrebbe succedere.

Oggi scade la settimana di punizione, ma sta cenando da solo, senza mostrare alcun apprezzamento verso quello che gli ho preparato. Non ce la faccio e mi avvicino, mi accuccio sul pavimento in posizione, proprio di fianco a lui. Non dovrei essergli così vicino e soprattutto dovrei mettermi di fronte a lui e non al suo fianco. Ho scelto di avvicinarmi così perchè quando vuole perdonarmi di solito mi accarezza la testa e il collo e mi fa i grattini dietro le orecchie.

Sono la sua cagnetta e adoro quando mi gratta dietro le orecchie e sulla testa. Attendo, non sembra neanche accorgersi della mia presenza. Ad un tratto si alza, con fare indifferente si volta e si allontana passando dietro a me, ma inciampa maldestramente nei miei piedi nudi, io sento un male improvviso al mio piede destro, mi ha pestato e lui è caduto lungo per terra a fianco al mobile della cucina.

Mi scappano le lacrime per il dolore, ma mi scappa anche una risatina per la scena oggettivamente comica del mio padrone a terra dolorante che si massaggia un ginocchio!

"Piccola cagna maldestra! A momenti mi facevi rompere una gamba... cos'hai da ridere? Adesso ti aggiusto io..."

Si alza come una furia e sparisce in salotto, riappare subito brandendo tra le mani un vecchio quotidiano, lo arrotola strettamente e me lo mette sotto gli occhi

"Voglio vedere se riderai ancora dopo dieci giornalate...mettiti a quattro zampe cagnetta!"

Il mio cuore perde un battito mentre eseguo l'ordine, mi accuccio guardando il pavimento e... i colpi arrivano, il rumore sordo si spande dalle mie natiche che inizialmente non sembrano sentire alcun dolore, il giornale non è duro, ma lui ci sta mettendo realmente molta forza in quei colpi, poi arriva il bruciore, ad ondate sempre più forte.

Colpisce alternativamente i glutei quasi sempre nello stesso punto, mi scappano lacrime calde e penso proprio di essermi meritata questo trattamento, è la degna conclusione di una settimana di punizione, non sono stata una brava cagnetta e il mio padrone me lo ha fatto capire in tanti modi diversi.

"Vieni qui ora, cagnetta!"

Mi avvicino quasi contenta ora di sentirmi chiamare.

"Eccomi padrone, cosa posso fare per te padrone?"

"Intanto togliti i vestiti, voglio vedere di non averti procurato dei lividi troppo evidenti sul culo..."

Mi spoglio lesta, mille pensieri si affollano nella mia mente, di solito vedendomi nuda poi gli viene voglia di giocare, mi vuole già perdonare forse?

"Girati, vediamo... ti ho proprio fatto il culo rosso... ma fammi controllare una cosa..."

Così dicendo passa due dita nella mia fessura, sprofondando senza tanti complimenti e trovandomi decisamente fradicia di umori.

"Bene bene! La mia cagnetta apprezza le mie attenzioni, la tua fighetta non mente, ti è piaciuto il trattamento con il giornale, vero? Non occorre che tu risponda, la risposta è qui in questo miele che ti cola tra le gambe! Ma è ancora presto per il mio perdono cagnetta, inventati qualcosa, cosa vuoi fare per il tuo padrone ora? Cerca un modo per scaldarmi..."

"Per scaldarti padrone... cosa ci sarebbe di meglio di una doccia bollente... o un bel bagno, cosa preferisci?"

"Va bene la doccia, cagnetta, e tu dovrai lavare il tuo padrone!"

Un lampo di malizia attraversa il suo sguardo, ed io contenta mi avvio verso la stanza da bagno, mi assicuro di avere tutto a portata di mano, asciugamani, accappatoio, spugna, bagnoschiuma, ciabatte. Infine apro l'acqua, mentre arriva lui, il mio padrone già nudo, mi prende per mano ed entriamo insieme nel box doccia.

Comincio a strofinarlo ben bene con una morbida spugna schiumosa, non trascuro nemmeno un centimetro della sua pelle, poi lavo i suoi capelli massaggiando con cura il cuio capelluto, passo sulle tempie e con piccoli movimenti circolari allento la sua tensione, lascio scivolare via la noia, la rabbia e il freddo.

E' ora di togliere tutto il sapone, il getto della doccia disperde la schiuma scoprendo il suo corpo definito e risvegliando il mio desiderio, corro a prendere l'accappatoio caldo, lo avvolgo e lo strofino, lo stringo in un abbraccio con la scusa di asciugarlo in fretta, poi lo porto in camera e lo faccio sedere sullo spigolo del letto.

Prendo un asciugamano e mi inginocchio tra le sue gambe, asciugo i suoi capelli cortissimi e poi mi occupo dei suoi piedi, poi le gambe, sù sù fino al mio osso, lo prendo in mano e comincio ad asciugarlo, che meraviglia il mio osso, si sta risvegliando in tutto il suo splendore!

Incrocio finalmente lo sguardo del mio padrone, è uno sguardo dolce e comprensivo, non mi vuole più sgridare, mi solleva e mi attira a se, fino a far combaciare le sue labbra sulle mie labbra, le sue mani sul mio corpo, sul mio seno, sulle mie morbide curve.

Mi allarga dolcemente le gambe e mi dirige lentamente fino a ritrovarmi riempita fino in fondo, adoro l'osso del mio padrone!

Ci ritroviamo uniti, abbracciati, avvinghiati in una sintonia perfetta di desideri, di sensazioni, di emozioni vibranti, in uno scambio di calore, anzi di fuoco ardente che ci brucia e ci consuma, come l'ossigeno fa bruciare la benzina, così tu sei il mio ossigeno, mio padrone.

Mi sento piena e goduriosa, il mio bacino comincia la sua danza mentre le nostre bocche sono ancora incollate, ti cavalco più forte che posso, lo sento fino allo stomaco grazie anche alle tue forti spinte, sai quello che piace alla tua cagnetta, tutto è fuoco in noi fino alla completa fusione che scoppia in un folle orgasmo per entrambi, sento il tuo seme bollente che mi riempie e che mi cola, ancora per un po' non avremo freddo mio Padrone, tiro la coperta per coprirci entrambi lasciando ancora il tuo osso dentro me al calduccio, appoggio la testa al tuo collo e ti abbraccio.

Grazie del tuo perdono padrone.

Cagnetta vogliosa

Oggi è una splendida e calda mattina piena di sole, il mio padrone è di ottimo umore, me ne accorgo perchè ogni volta che gli passo accanto mi tocca con una carezza o con i miei adorati grattini e io mi sento al settimo cielo!

Godo per ogni suo tocco, bramo essere accarezzata e trovo mille pretesti per passargli accanto sfiorandolo, ma lui, capendo le mie intenzioni, con un sorriso mal celato comincia invece a scansarsi. Ci rimango un po' male, ma capisco il mio ruolo di cagnetta e torno alle mie faccende cercando di non importunarlo.

Poco dopo viene vicino a me e mi dice con tono autoritario:

"Brava la mia cagnetta, ora vai in camera e aspettami come sai!"

Non me lo faccio ripetere due volte e corro in camera, mi spoglio e mi metto in posizione. Sono eccitata, ma anche tanto spaventata per una possibile punizione per quello che è accaduto prima, purtroppo non posso far altro che aspettare.

Arriva dopo un tempo che sembra un eternità, chiude la porta dietro di sè e si va a sedere sul letto, non parla, sento i suoi occhi sulla mia pelle, mi scruta dentro e io ora ho davvero paura.

Ad un certo punto mi chiama:

"Cagnetta monella vieni subito qui dal tuo Padrone, a quattro zampe e non alzare la testa!!"

Faccio come dice, mi avvicino il più possibile alle sue gambe trattenendo il fiato...

"Cagnetta sai che dovrei punirti per il tuo atteggiamento vero? Meriteresti venti sculacciate col giornale, ma oggi sono veramente di buon umore e quindi te ne darò solo dieci! Sei contenta mia cagnetta monella?"

Io impietrita non posso far altro che rispondere:

"Sì Padrone " e mi preparo al peggio.

Lui si alza dirigendosi verso la cassettiera, poi torna da me, si metti davanti al mio viso abbassandosi sulle ginocchia, con due dita mi alza il mento guardandomi severo con quei suoi meravigliosi occhi verdi e con gesti rapidi e sicuri mi allaccia al collo un collare di cuio nero a cui è attaccato un guinzaglio corto e robusto.

Ho il cervello in tilt, é la prima volta che usa un vero collare, e con il guinzaglio poi! Che farà ora il mio Padrone? Lo scopro alla svelta perché mi tira il collo all' indietro mentre sento un  forte dolore al sedere, bruciante, improvviso, ripetuto per dieci colpi!!

Sento poi allentare la presa al collo e ansimante e in lacrime cerco di riprendere il controllo del mio corpo, la sensazione del collare che preme sulla gola e che quasi ti blocca il respiro è tremenda, ogni movimento è bloccato e quella sensazione di completa appartenenza al volere del mio Padrone mi ha fatto bagnare di brutto.

Sento i miei umori scorrermi tra le gambe e li vede anche il mio Padrone, che ancora tenendo il guinzaglio in modo morbido, mi passa una mano tra le pieghe della fighetta.

"Brava la mia cagnetta guarda come è bagnata per il suo Padrone"

Sento ora due dita entrare nella mia fessura, cominciano ad andare fuori e dentro sempre più velocemente, oddio sto godendo da matti, ma vorrei di più, vorrei tanto il mio osso!

Le dita diventano tre e continuano a scavarmi dentro, stringo i muscoli interni della vagina quasi a voler intrappolare le sue dita per sempre dentro me. Sono vicinissima all' orgasmo, così lo supplico di farmi venire, ma ancora non mi dà il permesso, anzi toglie le dita dalla fighetta e comincia strofinarle sul mio buchetto posteriore, lo bagna per bene e in un istante fà entrare due dita dentro.

Lancio un urlo per la sorpresa e l'improvviso fastidio, ma lui non si ferma, anzi comincia a stantuffare con velocità assurda, alternando sforbiciate che mi allargano dentro.

Sono al limite, gemo, anzi guaisco come la cagna che sono e ti chiedo di farmi tua, ti imploro, tu soddisfatto delle mie suppliche togli le dita e finalmente fai entrare il tuo membro duro, il mio osso, tutto in un sol colpo, trattenendo saldamente il guinzaglio cominci a cavalcarmi come se non ci fosse un domani fino ad esplodere entrambi in un orgasmo pazzesco.

Sono sfinita  e sento il tuo seme caldo colarmi fuori e mischiarsi ai miei succhi sul pavimento. Sono scossa da brividi in tutto il corpo, non riesco a muovermi, ma per fortuna ci sei tu mio Padrone, che mi prendi di peso e mi porti sul morbido letto, mi abbracci stretta stretta e mi fai tanti grattini tra i capelli e tante carezze su tutto il corpo. E' bellissimo godere con il mio Padrone, ma raggiungo decisamente il massimo dell'estasi quando mi sussurra all'orecchio:

"Ti adoro mia cagnetta monella".

Regalini

Le ruote della sua macchina schiacciano la ghiaia sul vialetto di casa ed io sento scorrere uno strano tremore lungo la schiena, mi affaccio dalla finestra e lo vedo, sereno, quasi allegro, prende dal baule un paio di sacchetti di plastica e si dirige verso l'ingresso.
Il mio padrone è in anticipo di almenno due ore ed io non sono pronta a riceverlo degnamente! Non riesco a pensare, non ho il tempo di fare nulla, sento già la porta aprirsi e mi precipito accanto alla sua poltrona, mi inginocchio appena in tempo abbassando lo sguardo.
"Cagnetta! Cosa mi combini? Non sei contenta che sono rientrato prima? Non saluti il tuo padrone?"
"Sì padrone! Bentornato padrone! Sono contenta di vederti..."
"Ma io non sono contento di trovarti così... senza il tuo collare! Devo intendere questa tua mancanza come una ribellione?"
"No no padrone... perdonami, ho fatto la doccia e ho lucidato il mio collare, stavo per rimetterlo ma sei arrivato così in anticipo..."
"Ti concedo 30 secondi, rimetti il collare e portami il guinzaglio, subito! 1... 2... 3... 4... "
Per la miseria, sta contando i secondi! Non ce la farò mai! Mi precipito mentre penso già che è il solito fottuto pretesto per punirmi, ma non ho scelta, forse se arrivo subito non sarà troppo duro con me...
Eccolo, lo indosso, cerco di allacciare la fibbia mentre torno da lui... cazzo il guinzaglio! Torno indietro a prenderlo...
"29... 30! ... 31! ...32! ... 33!!"
"Eccomi padrone!"
Annuncio ansimando e porgendogli il guinzaglio già attaccato con il moschettore all'anello del collare, mi inginocchio e aspetto.
"Cagnetta monella, ci hai messo 36 secondi, e poi... chi ti ha permesso di alzarti? Dovevi andarci a quattro zampe!"
Ecco, lo sapevo che anche stavolta avrei sbagliato qualcosa.
"Ho sbagliato padrone, ti chiedo scusa..."
"Va bene cagnetta, ma ora vuoi vedere cosa ho portato apposta per te?"
"Certo... sì padrone, non vedo l'ora! Cosa mi hai portato?" - Rispondo felice
Apre lentamente il primo sacchetto, ne estrae una scatola rettangolare, la apre e... appare un grosso vibratore rosa! Riproduce un vero pene, anzi, lo riconosco... è il cazzo del mio padrone! Uguale nei minimi particolari, la cappella ben evidente, le vene rialzate, le dimensioni, tutto! Ma come avrà fatto?
"Si tratta di una riproduzione fedele del mio amichetto, fatto a stampo in silicone medicale e dotato anche di un potente motore per il tuo piacere cagnetta!"
Mi ha letto nel pensiero e ... mmmmm... spero di provarlo quanto prima...
"Credo che lo useremo dopo, per ora devo pensare alla tua punizione..."
Apre il secondo sacchetto e ne estrae una specie di grosso barattolo avvolto in carta sottile, strappa l'involucro e e viene fuori un grosso rocchetto con avvolto un filo di grosse perle bianche, saranno grosse almeno un centimetro ognuna, e sono tantissime!
"Sono due metri di perle, si usano per varie decorazioni, le ho acquistate in un negozio di chincaglierie cinesi"
"Perdonami padrone, ma cosa ci devi fare con quelle perle?"
"Cagnetta impertinente... quelle perle saranno il tuo supplizio, la tua punizione!"
Subito viene verso di me, gli occhi si trasformano in fessure maligne mentre mi afferra per il guinzaglio strattonandomi verso il divano, mi tira in basso facendomi male al collo, passa due volte il guinzaglio sotto al piede del divano annodandolo infine per bloccarlo, lasciandomi la faccia a circa dieci centimetri dal pavimento.
Si volta ora e si mette a cavalcioni della mia schiena dandomi le spalle, appoggia le mani sulle mie natiche, carezza le mie forme rotonde e ... ahi! Il primo schiaffo arriva fortissimo facendomi saltare dal dolore, seguito subito da un secondo colpo, poi un terzo e un quarto.
Mi scappano le lacrime, il culo mi fa male e non riesco a muovermi per il collare che mi blocca... perchè mi trovo in questa situazione? Non ho il tempo nè la lucidità per pensare, lui mi sta calando il leggins insieme alle mutandine, fino alle caviglie, ecco, il risultato è che mi trovo immobilizzati anche i piedi.
Sento i suoi occhi che mi stanno esaminando, passa in rassegna ogni centimetro della mia intimità oscenamente esposta, analizza ogni segno rosso lasciato dalle sue mani violente, ci passa sopra un dita, percorre i contorni di quelle impronte facendomi sentire la punta del polpastrello e l'unghia tagliata corta e ben limata.
Involontariamente ho un tremito, una scarica di intensa energia che mi percorre la spina dorsale e le gambe, irradiandosi proprio dai punti che sta toccando.
Inutile dire che anche la mia figa risponde con una lieve contrazione, non tanto lieve però, visto che se ne accorge subito.
"Troietta che non sei altra, stai già godendo? Il tuo corpo non mente, e la tua fighetta gronda già gocce di miele!"
Non posso negarlo, sono eccitata, il mio cuore batte furiosamente nel petto e nella mia mente si ricorrono immagini e fantasie decisamente bollenti.
Lui passa ora velocemente il taglio della sua mano tra le mie gambe, ungendosi dei miei umori, poi me la porge sotto al naso, so quello che vuole e subito eseguo, lecco con dedizione il mio sapore, aspro e dolce insieme, pulisco per bene ogni traccia finchè poi non si allontana a grandi passi verso il tavolo.
Rimango delusa e insoddisfatta, speravo di avere subito qualche attenzione in più dal mio padrone, ma mi ritrovo in ansiosa attesa di qualcosa che tarda ad arrivare.
Sta armeggiando con le perle, credo che le stia srotolando e le sento scorrere sul piano del tavolo provocando un rumore sinistro, non capisco cosa voglia fare, anche se, riflettendo sulla mia posizione, qui, ora, con il culo così disposto... forse qualcosa posso immaginare.
Eccolo che arriva, è dietro di me, scorgo il filo di perle pendere dalle sue mani, ma non riesco a vedere altro, mi accarezza di nuovo le natiche e la schiena, mi spinge dolcemente ad assumere una posizione ancora più arcuata, spalle basse e culetto ben aperto.
Mi apre ora le labbra della vagina con due dita, sento una perla entrare, fredda, liscia, scivola dentro facilmente affondando nei miei umori.
"1... 2... 3... 4... "
Entrano in successione le perle, non mi danno fastidio, anzi non sento alcuna sensazione, lui continua a contare e a spingerle dentro, aiutandosi con un dito.
"8... 9... 10... 11... "
Continua la sequenza, sento le perle fredde dentro di me, ce ne stanno tante, ma il filo è lunghissimo, lui continua ed io comincio a sentirmi piena.
"20... 21... 22... 23... ti piace cagnetta? Quante pensi di poterne contenere? 25... 26... "
Spinge dentro le perle con quel suo dito, le spinge posizionandole bene in profondità perchè ora tendono a riuscire, cerco di rilassarmi, ma un leggero sudore compare lungo il centro della schiena, sono troppe, le sensazioni cominciano a sovrapporsi, non capisco se è piacere o fastidio, dolore o eccitazione, spinge ancora provocandomi piccoli spasmi dentro, contrazioni che mi fanno trasalire perchè sento le perle muoversi...
"Padrone basta... basta ti prego, forse sono troppe..."
Non avessi mai parlato, una sculacciata improvvisa e potente si abbatte sul mio culetto già segnato e sensibile, tutto il mio corpo sussulta per il colpo e alcune perle fuoriescono bagnate dalla mia entrata.
"Cagnetta monella! Non muoveti o sarà peggio per te, intesi?"
Riprende a ad inserire perle, non le conta più, ma ormai sono piena e ogni piccolo movimento mi stimola, anche il semplice respirare mi riesce difficile, mi sembra che si muova tutto al mio interno e tremo per le continue scariche di adrenalina, ma sento che non è certo finita qui.
Infatti non tarda ad attuare quello che sicuramente già pensava fin dall'inizio, spinge il suo dito dentro, in profondità, facendosi strada a fatica tra le perle intrise dei miei succhi. Non mi fà male, anzi... ma devo dire che non riesco ad immaginare l'incredibile dilatazione che mi stà procurando.
Ecco, ora è tutto dentro ed io sto decisamente sudando, spinge ancora e comincia muovere il dito tra le perle... ohhh che sansazione incredibile! Si muove e muove le diaboliche palline che scorrono e sgusciano tra le mie pareti provocandomi scosse di un piacere indescivibile! Il mio corpo risponde contraendo i muscoli e innescando nuovi movimenti interni in un crescendo di piacere che mi porta ad un orgasmo esplosivo, intenso, decisamente vaginale, interno, che parte dal punto G per diffondersi all'utero e a tutte le viscere, orgasmo che continua e si amplifica per il suo dito che mi invade, per le perle e per una sensazione di piacevole pienezza mai provata prima.
Gemo e mi contorco, lui, il mio padrone, sorride sornione, compiaciuto. So quanto gli piace vedermi godere e oggi sto godendo veramente in maniera superlativa. Ora toglie il dito e comincia a tirare il filo, senza troppi complimenti, velocemente.
Una per una le perle fuoriescono, alcune a fatica, altre a gruppi di due o tre per volta, ogni passaggio è una stretta allo stomaco, mi piace la piccola esplosione che sento nella mente ad ogni pallina che passa e se ne và, è come se fossero tanti minuscoli orgasmi che mi svuotano man mano, in ogni senso.
Le ultime perle mi stanno abbandonando quando sento il suo respiro a pochi millimetri dalla mia intimità, appoggia le labbra e sento saettare la sua lingua avida, lecca goloso, gioca con l'ultima pallina, la spinge dentro, la fa ruotare con la punta della lingua, la prende in bocca per poi sospingerla ancora nella mia profondità, poi la lascia cadere definitivamente sul tappeto e si dedica completamente a quella che definisce la sua più grande passione: leccarmi proprio lì.
Mi lecca veramente bene, a fondo, spinge la lingua scopandomi e rialzando immediatamente la temperatura del mio piacere, gemo quando mi colpisce il clitoride, gemo quando lecca intorno allargandomi e spostando di qua e di là le labbruzze, gemo ancora e godo infinitamente a sentire il calore della sua bocca che scorre sulla mia fessura spalancata, rimpiendomi di baci e di saliva.
Ho un nuovo orgasmo quando torna sul clitoride a succhiarmi, neanche mi accorgo che si è liberato dei pantaloni e il suo membro è ora pronto e orgogliosamente svettante per me.
Mi infilza subito, tutto d'un colpo, mentre sto ancora godendo per la sua lingua mi ritrovo invasa dalla sua asta bollente, mi si blocca il respiro e mi ritrovo a godere ancora e ancora, sotto i suoi colpi, le sue spinte, i suoi affondi scanditi da un ritmo crescente e inesorabile.
Si ferma per pochi attimi solo per liberarmi dal guinzaglio, finalmente posso alzare la testa, grazie padrone! Mi alzo sulle braccia e inrco la schiena, ruoto la testa all'indietro e prendo un bel respiro prima di lanciare un ultimo potente gemito liberatorio, segno tangibile dell'estasi meravigliosa che mi coglie sentendo i suoi ultimi cadenzati affondi, mentre mi invade del suo liquido piacere.
 
 
 

 

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